La Genesi della Colt Paterson: Il Rivoluzionario Inizio dell’Era dei Revolver (II° parte)

Pubblicato il 4 luglio 2025 alle ore 21:22

di Massei Luca

Quando nel 1836 Samuel Colt introdusse il primo revolver funzionante con accensione a capsula, il mondo delle armi da fuoco subì una trasformazione radicale. Quell’arma, oggi conosciuta come Colt Paterson dal nome della cittadina del New Jersey dove sorgeva la fabbrica, rappresentò un punto di rottura tecnologico con le armi a colpo singolo dell’epoca. Sebbene la produzione delle Colt Paterson durasse solo sei anni, fino al 1842, e si chiudesse con l'insolvenza della Patent Arms Manufacturing Company, essa gettò le fondamenta per l’impero industriale che Colt avrebbe costruito nel decennio successivo.

I revolver Colt Paterson furono prodotti in un ampio ventaglio di configurazioni. La designazione numerica attribuita successivamente a ogni modello derivava dal calibro del proiettile espresso in millesimi di pollice, sebbene non si trattasse di una nomenclatura ufficiale adottata all'epoca. 

A questi modelli si affiancarono carabine e fucili, costruiti con il medesimo principio del tamburo rotante a più camere. In tutto, la produzione Paterson ammontò a circa 2850 revolver, 1300 carabine e fucili, e 225 armi da fuoco lunghe a canna singola. A partire dal 1840, la Colt introdusse anche alcuni modelli di derringer a canna fissa e singolo colpo, per un totale di circa 400 unità. Questi derringer, che ricordavano vagamente i design di armi europee più tradizionali, costituivano un tentativo della compagnia di ampliare l’offerta commerciale.

La varietà nei modelli Paterson è notevole anche dal punto di vista estetico e funzionale. Alcuni revolver presentavano canne lunghe e grilletto a scomparsa, mentre altri offrivano leve di caricamento integrate, canne corte, impugnature rifinite in noce o radica, e incisioni decorative. Le leve di caricamento apparvero solo nella produzione più tarda, a seguito delle lamentele di molti utilizzatori che faticavano a ricaricare le armi senza l’ausilio di strumenti esterni. Anche i sistemi di mira e le guancette subirono modifiche nel corso della produzione, contribuendo a una grande varietà nei pezzi oggi sopravvissuti.

I revolver Colt Paterson erano armi a canna singola, dotate di un tamburo rotante con cinque camere, funzionanti ad avancarica. Il tamburo veniva ruotato manualmente mediante la pressione del cane, che azionava anche il meccanismo di abbassamento del grilletto, normalmente incassato nella parte inferiore del fusto. Il sistema di innesco era a capsula di fulminato, posizionata manualmente su ciascun luminello delle camere. L’assenza iniziale di una leva di caricamento obbligava l’uso di un caricatore da banco, che permetteva di comprimere i proiettili nella camera dopo il versamento della polvere nera. Fu solo con l’introduzione della leva pieghevole, ancorata sotto la canna, che l’arma acquisì una vera autonomia operativa sul campo.

Le Colt Paterson rappresentavano un notevole progresso tecnologico rispetto alle pistole a pietra focaia o ai primi modelli a percussione a colpo singolo. L’innovazione risiedeva nella possibilità di sparare cinque colpi consecutivi senza necessità di ricaricare, una capacità impensabile fino ad allora. Tuttavia, il meccanismo interno, composto da molle sottili e delicati ingranaggi, risultava fragile e soggetto a guasti se non trattato con cura. Inoltre, le difficoltà nel ricaricare l’arma, la mancanza iniziale della leva di caricamento e l’assenza di protezione contro la pioggia o l’umidità rappresentavano limitazioni notevoli.

Il modello più iconico fra i revolver Paterson fu indubbiamente il No. 5 Holster, noto anche come “Texas Paterson” per via del suo utilizzo da parte dei Texas Rangers. Questo revolver presentava una canna ottagonale di 9 pollici, un tamburo da .36 con cinque camere e, nei modelli più tardi, una leva di caricamento pieghevole. I Texas Rangers, tra cui il celebre Ranger John Coffee Hays, furono tra i primi e più entusiasti adottanti dell’arma, sfruttandola con devastante efficacia durante gli scontri contro i Comanche e nelle guerre di frontiera.

La Colt fornì ai Rangers delle custodie in legno contenenti due revolver, un fusto di caricamento da banco, una fiaschetta in ottone per la polvere, uno stampo per proiettili e altri strumenti utili alla manutenzione. Il set, ricco e costoso, testimoniava l’intento di offrire un’arma concepita come parte di un kit operativo completo, adatto alla cavalleria e agli ufficiali. La possibilità di avere dieci colpi pronti all’uso (cinque per ciascun revolver) e la velocità di fuoco imponevano un nuovo paradigma nel combattimento ravvicinato, tanto che i Comanche, fino ad allora pressoché invincibili nella guerriglia delle pianure, subirono pesanti perdite in diverse occasioni.

Parallelamente alla produzione di revolver, la Patent Arms Manufacturing Company sviluppò una linea di carabine e fucili a tamburo, con camere rotanti a cinque o sei colpi, funzionanti con lo stesso principio delle armi corte. I calibri spaziavano dal .36 al .44 e fino al .56. Le canne erano disponibili in varie lunghezze, dai 24 ai 32 pollici, con calcio in noce o acero e finiture metalliche brunite o nichelate. Anche queste armi presentavano inizialmente alcune difficoltà meccaniche, tra cui l’allineamento imperfetto fra tamburo e canna e la tendenza a inceppamenti o esplosioni multiple. Tuttavia, esse rappresentavano un tentativo pionieristico di trasferire il concetto di fuoco ripetuto anche alle armi da fanteria.

Il costo elevato delle armi Colt Paterson ne limitò inizialmente la diffusione. Un revolver No. 5 Holster costava fino a 50 dollari, una somma proibitiva per il cittadino medio. Le armi erano acquistate prevalentemente da ufficiali dell’esercito, uomini facoltosi, membri di milizie private e alcuni corpi di polizia o vigilanza. Nonostante gli sforzi di Colt nel promuovere l’arma presso il governo federale, i primi contratti militari furono sporadici e non sufficienti a garantire la sostenibilità economica della fabbrica. Le campagne pubblicitarie, tra cui dimostrazioni pratiche e presentazioni presso le corti europee, non bastarono a evitare il fallimento dell’azienda nel 1842.

Colt, tuttavia, non si arrese. Dopo la chiusura della Patent Arms Manufacturing Company, recuperò alcuni brevetti e continuò a promuovere il proprio sistema rotante. Sarà solo grazie all’intercessione del Capitano Samuel H. Walker, eroe della guerra messicano-americana, che Colt riuscirà a stipulare un nuovo contratto con il governo statunitense nel 1847 per la produzione di un nuovo revolver migliorato: la celebre Colt Walker. Questa nuova arma, prodotta in collaborazione con Eli Whitney Jr., segnerà la rinascita dell’impero Colt e l’inizio della produzione industriale su larga scala.

In retrospettiva, le Colt Paterson rappresentano una fase di sperimentazione e perfezionamento cruciale. Sebbene imperfette, esse inaugurarono l’era delle armi a fuoco rapido e portarono alla ribalta il concetto di revolver come standard per la difesa personale e militare. Le innovazioni introdotte da Samuel Colt, dal tamburo rotante all’uso delle capsule a percussione, dal meccanismo di scatto incassato alle prime leve di caricamento integrato, costituiranno la base per tutti i modelli futuri.

Oggi, i revolver Colt Paterson sono pezzi da collezione di valore inestimabile. Ogni esemplare racconta una storia fatta di speranze, fallimenti e rinascite. L’arte meccanica che li anima, unita alla finezza estetica delle finiture e all’audacia del loro progetto, li rende oggetti di fascino immortale. Nati in un’epoca di grandi trasformazioni politiche e sociali, queste armi sono testimoni silenziosi di un’America in bilico fra il vecchio mondo e la modernità industriale.

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