Erma, dalle armi naziste agli albori del tiro ricreativo

Pubblicato il 7 luglio 2025 alle ore 00:25

di Massei Luca

All'inizio degli anni venti , nella Germania strozzata dalla crisi post bellica, nasce ad Erfurt  una nuova impresa destinata a lasciare il segno nell'industria armiera. Venne fondata nel 1922 da Berthold Geipel con il nome di Erfurter Maschinen und Werkzeugfabrik e presto divenne nota al grande pubblico semplicemente come ERMA. Negli anni trenta entra a far parte della azienda l'ingegnere Heinrich Vollmer ed egli si occupò di perfezionare la pistola mitragliatrice EMP che preluse alla produzione del celebre modello MP 38/40 diventato un riconoscibile simbolo dell'armamento tedesco nella seconda guerra mondiale.

Nel corso della repubblica di Weimar , l'azienda maturò una reputazione solida in ambito internazionale, tanto che tra il 1931 ed il 1938 in Spagna, Iugoslavia, Messico e Cina vennero esportati migliaia di modelli EMP. Vollmer nel 1928 realizza il prototipo del EMP‑35 , grazie a una molla telescopica brevettata nel 1930 rese l'arma più robusta e facile da smontare. Il nazionalsocialismo portò una militarizzazione ed Hitler ripose la sua fiducia sulla ERMA non lesinando a Geipel fondi e licenze di produzione riconoscendogli anche il titolo di Wehrwirtschaftsführer.

Il passaggio alla produzione bellica fu rapido e radicale, come richiesto dai tempi. Nel 1935 la ERMA ottenne la licenza per produzione della iconica carabina Mauser Kar 98 k. In pochi anni grazie alla supervisione de Vollmer venne estesa la produzione militare con i modelli MP38 e MP40 con un tentativo di produrre un MP44 ma questo modello semplificato e progettato per assecondare una massiccia produzione di massa non venne accettato.

Dopo il conflitto nel 1945 la fabbrica venne completamente smantellata dagli alleati in quanto considerata, a ragione, parte integrante della macchina bellica nazista, anche Vollmer e Geipel vennero trattenuti ma in qualche modo riuscirono a superare senza gravi conseguenze i processi a loro carico.

Nel 1949 la azienda riapre i battenti come ERMA-Werke inizialmente in Baviera per poi trasferirsi nel 1952 a Dachau dedicandosi alla riparazione di armi alleate come la carabina M1 che andò ad armare le milizie della neonata Bundesrepublik. Durante questa fase la ERMA ottenne delle licenze per la produzione di armi da difesa non letali come pistole a gas e un revolver, il EGR-66 che era una reinterpretazione dello Smith & Wesson Model 36. 

La possibilità di ritornare alle antiche glorie si presentò nel 1955 con la nascita della Bundeswehr sperando di proporre una mitragliatrice che potesse essere accettata dall'esercito ma il progetto venne affiancato dalla proposta israeliana dell'UZI e la ERMA perse l'ultimo treno in grado di rilanciarne le sorti. A questo seguì nel 1961 la acquisizione da parte della azienda statunitense Fiberglide e la famiglia Geipel usci per sempre dalla ERMA che divenne un marchio e non più una azienda indipendente.

Il marchio venne rilanciato dalla Fiberglide inserendolo nel settore delle repliche ricreative (se così possiamo definirle) e nel 1964 uscì LA22, una copia in 22 LR della Luger P08 dalla estetica molto vicina all'originale ma con una meccanica diversa. Nel 1966 fu la volta di una carabina, sempre in 22 LR, che nella estetica copiava le forme della carabina M1 che riscosse un discreto successo e sembra venne prodotta fino agli anni 90. Successivamente, sulla onda del successo della M1, venne realizzata la KGP 68 che si ispirava sempre alla Luger ma con un calibro di .380ACP che venne anche commercializzata negli USA come Beeman MP‑08.

Gli anni settanta videro un certo interesse per il calibro 22 LR e le repliche in generale ma nonostante le scelte commerciali azzeccate le vendite iniziarono una parabola discendente dovuta alla emergente concorrenza asiatica e limitazioni legislative. Questa parabola termina nel 1997 quanto la ERMA dichiara bancarotta e viene acquisita da da Suhler Jagd und Sportwaffen, divisione di Steyr‑Mannlicher che decise di mantenere il marchio “Erma Suhl”  fino al 2004 quando venne incorporata nel gruppo Heckler & Koch–Merkel.

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